Nomina sunt Omina: “Il tocai al guaris ducj i mai”.

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Nomina sunt Omina: “Il tocai al guaris ducj i mai”.

Siamo in una terra unica fatta di persone che vivono nella stessa Regione con popolari e meravigliose diversità.

Provate solo a dire ad un udinese che i triestini sono friulani (e viceversa) se volete rasentare la blasfemia, ma sul vino- e su uno in particolare- sono tutti d’accordo: in Friuli Venezia Giulia il vino è nell’anima di tutti, infondo vino e territorio vanno a braccetto… e a cantine e a frasche.

Di che vino parliamo?

Ovviamente del Friulano, fino a qualche anno fa conosciuto come Tocai Friulano ma meglio noto solo come Tocai.

La somiglianza, solo nominativa, con il Tokaji ungherese ha scatenato negli anni passati una battaglia legale di cui conosciamo gli esiti (Ungheria-Italia 1 a 0), ma che ha visto paradossalmente tutte le province del Friuli compatte per la difesa del nome, nonostante i particolarismi di cui sopra, insomma come un laziale ed un romanista che tifano insieme l’Italia ai Mondiali.

Perché sì, c’è un “romanticismo localistico” che riguarda i vini e le ricchezze del territorio, e la consapevolezza di perdere un nome usato da sempre dava fastidio a tutti, indistintamente.

Nelle osterie non si chiedeva semplicemente un “taj di blanc”, ma un “taj di tocai”, a sottolineare quanto fosse radicato nella cultura popolare.

 Uno dei primissimi giorni di apertura della nostra cantina capitò un anziano signore in bicicletta, evidentemente conoscitore del luogo e del vino, e ci chiese semplicemente un “taj”.

Oddio cosa faccio? Gli apriamo un bianco, un rosso, un barricato, vuole un sorso d’acqua? Panico paura aiuto!

 Storie che si perdono nel tempo, di cui i più giovani hanno forse solo il ricordo delle discussioni in famiglia sull’ingiustizia di questo “furto legalizzato”, ma come dice il caro e saggio Bruno Pizzul ( che comunque si dichiarò simpaticamente da subito un disubbidiente perché avrebbe comunque in ogni caso richiesto un “taj di tocai”) c’è stato un risvolto positivo dell’affaire Tocai: che le persone hanno iniziato a conoscere meglio questo vino, e che se il vino è buono resta tale anche con un nome diverso: Friulano.

 Per noi il Friulano è un simbolo del territorio, ed è un vitigno che porta in sé la magia della versatilità.

Ricco e strutturato fin da giovane- luminoso e con un bouqet davvero ampio che rimanda a note vegetali e a profumi di timo e camomilla – sa maturare bene in armonia con il legno mantenendo la sua freschezza senza mai tradire il proprio terroir.

Venite ad assaggiare il nostro friulano Millenial, un vino moderno da viti mature, o provate il nostro Fausto 2019, macerato e affinato in anfora: due anime diverse dallo stesso antico vitigno.

 Vi consigliamo anche un video breve e divertente sulla questione Tocai/Tocaji di Bruno Pizzul, una chicca!

https://www.youtube.com/watch?v=q_v7MJQWpSY

 A presto!

 

 

 

 

 


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